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Decreto Rilancio – Detrazione 110% per Ristrutturazioni

E’ stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto Rilancio ( legge 19 maggio 2020, n. 34.) che introduce l’aliquota di detrazione nella misura del 110% delle spese sostenute tra il 1° luglio 2020 e il 31 dicembre 2021 per specifici interventi.  

Sintesi:

I criteri principali per poter accedere agli incentivi Fiscali sono i seguenti (Art 119 del decreto rilancio);

Il miglioramento dell’isolamento termico deve prevedere più del 25% delle superfici totali dei muri esterni e del tetto. (Quindi, ad esempio, non si può isolare solo una parete).
Importo massimo 60.000 Euro (Ovvero circa 800 mq tra tetto e pareti esterne)

Impianto di climatizzazione, quindi Caldaia, Pompa di Calore, Pannelli Radianti, Fotovoltaico, ecc.. Importo massimo 30.000 Euro. (Per una abitazione di queste dimensioni l’importo potrebbe non coprire il valore dell’impianto completo)

Gli altri interventi di efficientamento inseriti negli elenchi delle norme precedenti, come ad esempio le Finestre, sono oggetto di incentivo solo se eseguiti assieme agli interventi elencati ai due punti precedenti.

In conclusione i lavori da eseguire sul fabbricato devono essere consistenti.

 

Riferimenti normativi:

https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/cs-21-05-2020

https://www.efficienzaenergetica.enea.it/images/decreto-rilancio_art_119_art_121.pdf

https://www.efficienzaenergetica.enea.it/images/detrazioni/Stralcio_DL63-2013_modificato_L160-2019.pdf

 

Pompe di calore, crescono le vendite in Europa nel 2013

Un totale di 769.879 pompe di calore sono state vendute lo scorso anno in Europa, con un incremento del 3% sul 2012. A rivelarlo è l’European Heat Pump Association (EHPA) secondo cui la capacità totale si aggira attorno ai 24 GW, producendo circa 13 TWh di energia utile. A dominare il mercato, sempre secondo l’EHPA, sarebbero le pompe di calore ad aria per la produzione di ACS. 

MERCATO 2013 POSITIVO. Dall’indagine svolta in 21 paesi è inoltre emerso che la maggior parte dei mercati (15 su 21) sono tornati a crescere dopo un 2012 molto difficile. A risentire della crisi erano stati soprattutto Portogallo, Spagna, Svezia e Finlandia dove ora è stata osservata un’inversione di tendenza radicale, tanto che il mercato è tornato prepotentemente a crescere.

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LIMITAZIONI ALLA CRESCITA. Le principali cause che limitano la diffusione delle pompe di calore sono l’elevato costo iniziale di investimento e i costi elevati dell’energia elettrica. EHPA sostiene che, nonostante gli evidenti vantaggi di questa tecnologia, il sostegno dei governi europei è ancora esiguo.

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La pompa di calore elettrica per la climatizzazione domestica

Nello Speciale tecnico di Qualenergia.it, realizzato in collaborazione con Assoclima, aspetti tecnologici, impiantistici ed economici in base ai quali decidere se installare, ad uso domestico, una pompa di calore elettrica e di quale tipologia.

La pompa di calore elettrica permette di soddisfare la domanda di climatizzazione estiva e invernale degli edifici e di produzione di acqua calda sanitaria, consentendo risparmi che vanno dal 40 al 60% di energia primaria, oltre che la riduzione delle emissioni, impiegando per il proprio funzionamento circa il 75% di energia rinnovabile.

In Italia esistono le condizioni climatiche ideali per l’utilizzo delle pompe di calore visto che le temperature medie italiane consentono efficienze molto elevate di queste macchine.

Nello Speciale di Qualenergia.it, realizzato con la collaborazione di Assoclima, vengono presentati in modo sintetico alcuni aspetti tecnologici, impiantistici, prestazionali ed economici in base ai decidere se installare a livello residenziale, in caso di sostituzione della vecchia caldaia a gas, una pompa di calore elettrica ed eventualmente di quale tipologia.

Con quale incentivo? Come cambiano i conti a seconda dell’incentivo che si sceglie, conto termico o detrazioni fiscali (65 e 50%), e della zona climatica in cui vive l’utente?

Come si vedrà dai calcoli proposti, tra i due incentivi le detrazioni fiscali sono la soluzione nettamente più conveniente, con buoni tempi di ritorno dell’investimento iniziale, ma bisognerà sempre analizzare con attenzione ogni aspetti caso per caso.

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Il 1° luglio 2014 verrà introdotta la tariffa “D1’’ per le pompe di Calore

Partirà ufficialmente il primo luglio e sarà disponibile, in via sperimentale, fino al 31 dicembre 2015 la nuova tariffa D1 per gli utenti privati che decideranno di utilizzare la pompa di calore come esclusiva fonte di riscaldamento. Rientrano nella sperimentazione solo impianti in grado di riscaldare l’abitazione in modo monovalente ed eventualmente raffrescare e produrre acqua calda sanitaria.

LE ORIGINI. Nata con l’intento di eliminare le barriere alla diffusione di questo tipo di tecnologia, la tariffa – introdotta dall’Autorità per l’Energia l’Energia con la Delibera 607/2013/R/eel del 19 dicembre 2013 – sarà costante a prescindere dai consumi, senza necessità di installare un secondo contatore e quindi estesa a tutte le utenze elettriche dell’abitazione. La tariffa potrà essere applicata anche nel caso di presenza di impianti fotovoltaici, sebbene la convenienza debba essere ponderata dalla quota di autoconsumo.

SPERIMENTAZIONE TARIFFARIA, ELEMENTI CHIAVE. Gli elementi chiave della sperimentazione tariffaria sono i seguenti:

  1. adesione volontaria dei clienti alla sperimentazione; distributori e venditori non hanno oggi alcun modo di identificare autonomamente i clienti che utilizzano PDC nella propria abitazione;
  2. limitazione ai soli clienti domestici che utilizzano pompe di calore elettriche nell’abitazione di residenza come unico sistema di riscaldamento delle proprie abitazioni; si intende in altre parole evitare che la rimozione della struttura progressiva delle tariffe possa involontariamente favorire utilizzi non razionali dell’energia elettrica, cioè che possano aderire opportunisticamente alla sperimentazione utenti con alti livelli di consumo annuo e dotati di una piccola PDC (o di un semplice climatizzatore estivo reversibile) utilizzata a fini di integrazione nelle mezze stagioni;
  3. applicazione della tariffa D1  se vi è residenza nell’abitazione a cui si applica la sperimentazione (punto 2) . Evitare comportamenti opportunistici di adesione alla sperimentazione che potrebbero verificarsi, oltre che per coloro che dispongono già di un altro sistema di riscaldamento nella propria abitazione, anche per coloro che adottino la PDC reversibile come unico sistema di climatizzazione delle case di vacanza;
  4. l’applicazione della tariffa D1 comporta automaticamente la limitazione della sperimentazione alle tipologie di utenti che coincidono naturalmente con quelle alle quali sono state finora applicate le tariffe progressive D2 e D3; non rientrano pertanto nella sperimentazione le PDC condominiali o quelle utilizzate per riscaldare ambienti di lavoro o commerciali o quelle che si sono avvalse di un doppio contatore per tariffe BTA;
  5. la fissazione di un preciso termine alla durata della sperimentazione (punto 5) discende dalla considerazione che dal 1 gennaio 2016 sarà avviato un nuovo periodo regolatorio nell’ambito del quale l’articolazione delle tariffe di rete potrà essere rivista; i dati e le informazioni raccolte nel corso di questa sperimentazione hanno proprio lo scopo di fornire elementi utili all’analisi delle proposte da formulare in questo contesto ed è per questo che la delibera 607/2013/R/eel prevede l’adozione da parte delle imprese di distribuzione di uno specifico sistema di monitoraggio che consenta di studiare in dettaglio l’entità e la distribuzione temporale dei prelievi associati agli utilizzi domestici in generale e alle PDC in particolare.

Le  tipologie di impianti a pompa di calore elettrica che potranno beneficiare dell’intervento tariffario si possono ricondurre a due principali:

  • PDC aria-aria (costituita da un’unità esterna e da N split) in grado unicamente di riscaldare l’abitazione;
  • PDC aria-acqua (costituita da un’unità esterna allacciata al sistema idronico di distribuzione del calore nell’abitazione, tramite caloriferi o fan-coil) in grado di riscaldare l’abitazione ed eventualmente anche di produrre acqua calda sanitaria (nel seguito: a.c.s.).

Non possono invece rientrare nella sperimentazione:

  • le PDC utilizzate come impianto di riscaldamento centralizzato dei condomini, dal momento che a tali impianti non si applica la tariffa per utenze domestiche su cui si concentra l’intervento tariffario (la tariffa applicata alle utenze BT per usi diversi dalle abitazioni, infatti, non è affetta da progressività e pertanto non ha elementi di ostacolo all’efficienza energetica);
  • le PDC a gas, i cui consumi elettrici sono di piccola entità e la cui inclusione nella sperimentazione avrebbe solo l’effetto di agevolare consumi diversi da quelli per riscaldamento efficiente (per le PDC a gas, tali consumi sono quelli di gas naturale e non di elettricità);
  • le più piccole PDC aria-acqua in grado di produrre solo a.c.s. e che vengono dunque installate in luogo di scaldacqua a gas o di boiler elettrici; questo secondo tipo di apparecchi è infatti caratterizzato da valori di potenza impegnata e di consumo medio annuo di entità piuttosto contenuta, che potrebbero risultare in molti casi compatibili anche con il limite di potenza associato alla tariffa D2 e difficilmente preponderanti rispetto agli altri consumi di un’abitazione.

UN ESEMPIO PRATICO PER CAPIRE MEGLIO. Assumendo in un caso tipo una famiglia composta da 4 persone in un’abitazione in zona climatica E, dove il consumo annuo delle utenze elettriche è di circa 3000 kWh e dove per soddisfare il fabbisogno termico invernale, estivo e di acqua calda sanitaria una pompa di calore potrà consumare circa 3600kWh elettrici, la tariffa D1 comporterà un risparmio complessivo di oltre il 25% verso la tariffa D3, con una riduzione della spesa in bolletta di circa 500€ annui

Pronti i moduli per richiedere la tariffa elettrica D1 per pompe di calore

ella riunione dello scorso 8 maggio, l’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas ha emanato la delibera 205/2014/R/eelCLICCA QUI – con la quale ha definito le modalità attuative per l’avvio, a partire dal 1 luglio prossimo, della sperimentazione tariffaria su scala nazionale rivolta ai clienti domestici che utilizzano pompe di calore elettriche come unico sistema di riscaldamento dell’abitazione di residenza.

La deliberazione attua quanto previsto dall’articolo 8 della delibera 607/2013/R/eel, tenuto anche conto dei suggerimenti inviati da operatori ed esperti di settore, fra cui AiCARR, per la consultazione avviata con il documento 52/2014/R/eel.

La sperimentazione, che verrà avviata su scala nazionale, è volontaria per gli utenti come anche per i venditori del mercato libero; l’obbligo di adesione è previsto solo per i venditori del mercato tutelato.

Con un altro provvedimento l’esatta definizione delle tariffe

Nella delibera l’AEEG rimanda a un successivo provvedimento l’esatta definizione delle tariffe applicabili ai clienti aderenti e del numero e delle modalità dei controlli da effettuarsi presso le abitazioni degli utenti.

Modificata una stortura tariffaria

È importante sottolineare che il provvedimento non introduce una forma di incentivazione, come spesso erroneamente riportato dai media, bensì la modifica di una stortura tariffaria che può contribuire alla diffusione delle pompe di calore per uso domestico, rendendole più convenienti in termini di costi in bolletta.

La tariffa D1, infatti, elimina a livello sperimentale l’andamento progressivo di applicazione dei corrispettivi per i servizi di rete e per gli oneri generali di sistema, che non cresceranno in base all’incremento dei consumi, come invece avviene per le tariffe D2 e D3 che di fatto penalizzano gli utenti caratterizzati da un elevato fabbisogno energetico.

La modulistica

Con la Determinazione 20 maggio 2014 n. 9/2014 “Modulistica e disposizioni procedurali di dettaglio per la sperimentazione tariffaria rivolta ai clienti domestici che utilizzano pompe di calore come unico sistema di riscaldamento della propria abitazione di residenza”, l’Autorità per l’energia ha pubblicato sul proprio sito i seguenti modelli di documenti:

– fac-simile di modulo che gli utenti che utilizzano pompe di calore elettriche come unico sistema di riscaldamento della propria abitazione di residenza potranno inoltrare per l’adesione volontaria alla sperimentazione tariffaria a loro riservata;

– fac-simile di modulo per l’asseverazione redatta da un tecnico abilitato, necessaria nel caso che, oltre alla pompa di calore, sia presente anche un generatore alternativo;

– fac-simile di modulo per la richiesta di rinuncia alla sperimentazione tariffaria da parte dell’utente;

– check list per la verifica preliminare di correttezza e completezza formale delle richieste di adesione presentate dagli utenti, che dovrà essere utilizzata da ogni venditore aderente.

AiCARR ha collaborato con AEEG per la definizione di tali aspetti operativi: tutti i suggerimenti proposti dall’Associazione per la redazione della suddetta modulistica sono stati accolti.

Per ulteriori informazioni clicca qui

Quanto può durare una pompa di calore?

La domanda sulla durata della Pompa di Calore è abbastanza frequente. Molti clienti che non conoscono la storia di queste macchine possono giustamente essere preoccupati.

A tale proposito, per rassicurare anche i più diffidenti, ho trovato un interessante articolo, pubblicato negli Stati Uniti, su un impianto Geotermico ad acqua di falda del 1949.

Di seguito potete leggere questa storia interessante.

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Principio di funzionamento della Pompa di Calore

Il principio di funzionamento si basa sulle prestazioni di alcuni fluidi particolari, chiamati gas refrigeranti, che vengono usati come vettore dell’energia, ottenuta dai passaggi di stato da liquido a vapore e viceversa, che viene trasferita dall’ambiente esterno, che rappresenta la sorgente, all’interno dell’edificio.

Per sorgente esterna si intende l’Aria, l’Acqua o il Terreno ovvero le risorse rinnovabili naturali.

Per sintetizzare il concetto, la Pompa di Calore riesce a catturare l’energia presente nelle sorgenti naturali e la sfrutta in modo virtuoso per riscaldare l’acqua o l’aria che serve per riscaldare gli edifici o l’acqua calda sanitaria.

Il motore di questo trasferimento è un componente della Pompa di Calore che si chiama Compressore, il quale viene alimentato ad energia elettrica ed è in grado di generare una quantità di energia termica o frigorifera che può variare mediamente da 3 a 6 volte quella elettrica assorbita.

I componenti base per la costruzione di una Pompa di Calore sono:

Il Compressore

La valvola di espansione

L’Evaporatore

Il condensatore

L’evaporatore è il componente sul quale si ha una temperatura più bassa, mentre sul condensatore si ottiene una temperatura del fluido più alta, di conseguenza dal primo si ottiene aria o acqua fredda e nel secondo si ottiene aria o acqua calda a seconda della tipologia costruttiva o delle esigenze impiantistiche.

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Il rendimento o efficienza viene espresso dal C.O.P. (Coefficient Of Perfomance) nel periodo invernale e dal E.E.R. (Enery Efficiency Ratio) nel periodo estivo.

Per semplificare, una Pompa di Calore che ha un COP di 4, è una macchina che consuma 1 kW Elettrico per fornire 4 kW Termici. Lo stesso criterio si utilizza per il periodo estivo calcolando l’E.E.R.

Un esempio che abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni è il frigorifero che abbiamo in casa.

Le tipologie disponibili prevedono di sfruttare come sorgente l’aria esterna, nelle versioni dette Aria-Acqua,

l’acqua proveniente dalle falde sotterranee, nelle versioni dette Acqua-Acqua e il terreno con appositi scambiatori di calore, nelle versione dette Geotermiche.

Pompe di Calore

Nel gennaio 2008 gli Stati membri della Comunità Europea hanno dato il via libera al pacchetto cosiddetto “20 20 20 2020”, ovvero, 20% di fonti rinnovabili, 20% di miglioramento dell’efficienza, e 20% di taglio delle emissioni, tutti obiettivi da raggiungere entro il 2020.

Questi obiettivi ambiziosi possono essere raggiunti solo migliorando l’efficienza energetica e coprendo la domanda di energia rimanente con le fonti energetiche rinnovabili.

Tra le aree di interesse possiamo individuare la produzione di elettricità, destinata a coprire il fabbisogno di riscaldamento, condizionamento e dei trasporti. Tra le azioni più efficaci per raggiungere gli obbiettivi è stata individuata la necessità di migliorare l’efficienza dei sistemi di climatizzazione ed isolamento termico degli edifici.

Mentre la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili fa parte delle politiche energetiche nazionali e internazionali, solo la biomasse il solare termico sono ampiamente riconosciute come fonti rinnovabili per la climatizzazione. L’energia presente nell’ambiente o recuperata da alcuni processi produttivi ha un potenziale significativo, ad esempio, con essa possiamo alimentare le pompe di calore, che possono fornire il riscaldamento, il raffrescamento e l’acqua calda sanitaria coprendo le esigenze di una vasta gamma di utenti, dal privato al pubblico in tutta l’Europa.

Le pompe di calore attuali, hanno raggiunto un elevato livello di efficienza, e dovrebbero quindi essere la prima scelta per la climatizzazione in Europa ed in particolare nel nostro paese che ha un clima particolarmente favorevole. In Italia, ci sono alcune iniziative che lasciano intravedere un futuro di incentivazione perchè in alcune Regioni, tra le fonti rinnovabili sono state inserite le Pompe di Calore a testimonianza della sensibilità di alcune Amministrazioni nei confronti di queste tematiche e l’ENEL a partire dal mese di Marzo del 2010 ha istituito le tariffe per usi diversi dedicate alle Pompe di Calore e alle Auto elettriche.