Archivio mensile:Giugno 2014

Climatizzazione residenziale, nel 2012 in calo gli apparecchi a gas, aumenta l’utilizzo delle rinnovabili

Il gas naturale continua a rappresentare la fonte di energia dominante nel mercato delle installazioni per la climatizzazione residenziale. Tuttavia, nel 2012 c’è stata una diminuzione della diffusione degli apparecchi alimentati da gas.

È quanto emerge dalla seconda edizione del “Monitoraggio del mercato della climatizzazione nel settore residenziale – 2012”, indagine realizzata REF-E con la collaborazione di numerose imprese di installazione e di associazioni del settore. I dati sono un’anticipazione di quanto verrà presentato al convegno del 5 giugno che si svolgerà presso la sede del GSE.

L’indagine ha riguardato l’installazione di tecnologie relative ai sistemi di riscaldamento autonomi e centralizzati, sia in edifici di nuova costruzione che in edifici esistenti, in zone servite dalla rete gas e in zone non servite dalla rete gas. Rispetto ai nuovi apparecchi installati, si è valutato quanti e quali apparecchi siano stati sostituiti.

Alle imprese di installazione è stato chiesto di segnalare i punti di forza e di debolezza delle tecnologie disponibili, e di valutare l’andamento relativo di mercato di ciascuna tecnologia rispetto alle altre, nel 2012 e nel prossimo futuro.

Nel 2012 in calo la diffusione degli apparecchi a gas

Dalla ricerca risulta che, rispetto all’anno 2011 sul quale le stime indicavano una sostanziale compensazione tra le installazioni di apparecchi efficienti, che acquisivano peso sul mercato, e quelli “tradizionali”, che ne perdevano, nel 2012 la dinamica positiva delle caldaie a condensazione non compensa quella sensibilmente negativa delle caldaie meno efficienti. Ciò vale quantomeno nel segmento autonomo, mentre nel centralizzato il gas mantiene il proprio mercato.

Penetrano le tecnologie alimentate da rinnovabili

Nelle conclusioni dell’indagine si evidenzia che al saldo negativo della fonte dominante corrisponde la penetrazione delle tecnologie che impiegano energia rinnovabile. Per le PDC aria-acqua si registrano tassi di diffusione molto elevati, e lo switching verso questa tecnologia penalizza soprattutto il gas. Tuttavia, in termini assoluti la tecnologia è ancora poco installata.

Le altre tecnologie (PDC aria-aria, stufe e termocamini a biomassa) concorrono con quelle tradizionali, soprattutto con riferimento all’uso a integrazione di apparecchi di riscaldamento principali, ma sembra essere in crescita la quota di tali apparecchi utilizzati per sostituire totalmente le caldaie alimentate da combustibili fossili, almeno nelle aree più calde del Paese.

Gli apparecchi a biomassa esercitano una concorrenza molto forte rispetto alle fonti tradizionali, sia in presenza che in assenza di rete gas. Proprio in assenza di rete gas il GPL e, soprattutto, il gasolio continuano a subire la diffusione delle tecnologie rinnovabili. Anche per esse, la perdita di mercato è maggiore nel segmento autonomo che in quello centralizzato.

Incentivi

La maggioranza degli intervistati ha indicato motivazioni di natura prettamente economica riguardo alla penetrazione (o uscita) delle tecnologie per la climatizzazione residenziale. In proposito, l’indagine di REF-E sottolinea che la competitività delle tecnologie che stanno trovando ampia diffusione è in molti casi determinata da incentivi, siano essi percepiti (e segnalati durante le interviste) dagli installatori e dagli utenti (ad esempio le detrazioni fiscali per la ristrutturazione edilizia o la riqualificazione energetica), siano essi impliciti nei prezzi dei combustibili fossili e rinnovabili (ad esempio vantaggi fiscali sulla biomassa, e gli impatti del costo dell’incentivazione dell’energia rinnovabile sui prezzi finali di elettricità e gas naturale).

Standard e obblighi di installazione

Nel segmento degli edifici nuovi, assumono chiaramente rilevanza le caratteristiche di prestazione energetica degli edifici e, soprattutto, gli standard e obblighi di installazione. Le attese delle imprese di installazione rispetto al futuro delle tecnologie efficienti e rinnovabili confermano, infine, un’accelerazione del processo di cambiamento del mix tecnologico nei prossimi anni. Nel segmento in cui è presente la rete del gas, un ruolo di primo piano sembra essere riservato alle tecnologie che sfruttano il vettore elettrico.

Mix energetico e tecnologico diversificato

Esiste già un mix energetico e tecnologico diversificato per la climatizzazione domestica, e la fonte storicamente prevalente, il gas naturale, si trova a fronteggiare una concorrenza crescente da parte delle altre fonti, in particolare rinnovabili, biomassa in primis. Esiste anche una concorrenza “interna” alla fonte principale: la diffusione di apparecchi più efficienti, ossia le caldaie a condensazione, può avere un impatto significativo sulla domanda di combustibile dei consumatori del residenziale. Inoltre, si diffondono sistemi, basati sull’impiego di pompe di calore (PDC), che permettono di soddisfare, con lo stesso apparecchio, sia il fabbisogno di riscaldamento, sia quello di raffrescamento.

I dati 2012 mostrano un rafforzamento di queste tendenze, grazie a obblighi legislativi e strumenti di incentivazione, ma anche a causa della crescente pressione competitiva “spontanea” esercitata dalle nuove tecnologie: l’analisi e il monitoraggio del settore diverranno sempre più importanti, per valutare e prevedere il mix di consumo energetico, oltre che per analizzare le dinamiche di concorrenza tra diverse tecnologie.

Il mercato della climatizzazione residenziale nel 2012

Il mercato italiano della climatizzazione risente pesantemente della congiuntura economica negativa. Il numero di apparecchi venduti, destinati quasi interamente al settore civile (residenziale e terziario), è sceso nel 2012 a circa 2.5 milioni, dopo aver raggiunto, solo 4 anni prima, circa 3.2 milioni di pezzi.

Dei circa 2.5 milioni di apparecchi complessivi, 1.7 milioni sono quelli che si stima siano destinati al settore residenziale.

I dati, relativi sia ad apparecchi in grado di soddisfare l’intero fabbisogno di riscaldamento (caldaie a gas, GPL, gasolio, e biomassa, PDC aria-acqua), sia ad apparecchi generalmente installati a integrazione di impianti principali (PDC aria-aria, stufe a biomassa, pannelli solari termici), confermano anche per il 2012 la dominanza del gas naturale, in particolare se si considera che le tecnologie che seguono immediatamente la fonte principale per numero di unità vendute svolgono prevalentemente un ruolo di parziale copertura dei consumi (o addirittura sono impiegate solo per la climatizzazione estiva, come nel caso delle PDC). Tuttavia, emerge un ruolo crescente delle tecnologie che impiegano biomassa ed elettricità, anche per la copertura dell’intero fabbisogno di riscaldamento. Infine, secondo i dati pubblicati da AIRU, le nuove sottostazioni di teleriscaldamento installate nel 2012 sono 5,600. Si stima che a queste possano corrispondere circa 100,000 nuove utenze, per almeno tre quarti residenziali.

Installazione e sostituzione tra tecnologie

A tutti i rispondenti è stata richiesta, tra l’altro, una valutazione sui punti di forza e di debolezza delle tecnologie considerate, oltre che sull’andamento, storico e prospettico, di ciascuna di queste.

Nel complesso, gli 823 rispondenti, distribuiti sul territorio nazionale sulla base del peso di ciascun mercato provinciale sul mercato nazionale, hanno installato circa 25,000 apparecchi per la climatizzazione.

I risultati, espressi in termini di apparecchi installati e apparecchi sostituiti, sono stati estesi per comprendere l’intero mercato nazionale. La Figura 1 ripropone la distribuzione delle installazioni a livello nazionale per gruppo di tecnologie. In prima approssimazione, i dati non sono distinti per segmento di mercato, (“autonomo” o “centralizzato”), né per contributo al fabbisogno di riscaldamento (impianti che soddisfano l’intero fabbisogno, o impianti installati ad integrazione); inoltre, la figura è relativa sia agli apparecchi installati in edifici di nuova costruzione sia a quelli installati in edifici esistenti, e si riferisce sia agli apparecchi installati in presenza della rete gas, sia a quelli installati in assenza della stessa. Il dato relativo alle PDC aria-aria comprende anche gli apparecchi destinati all’impiego per il solo raffrescamento (si stima che questi siano circa il 60% di quelli complessivamente installati). L’installazione di pannelli solari contemporanee e in combinazione a un impianto a gas naturale (sistema integrato gas e solare) sono classificate nella voce “gas +solare”, mentre le installazioni di pannelli solari ad integrazione di impianti esistenti, anche alimentati da gas, ma non contemporanee e non costituenti un sistema integrato, sono classificate nella voce “solare termico”.

La separata illustrazione delle installazioni in edifici nuovi e in edifici esistenti mostra differenze abbastanza significative nel mix tecnologico (Figura 2, riferita al solo segmento autonomo. Anche nella Figura 2 i dati sulle PDC aria-aria comprendono gli apparecchi destinati al solo raffrescamento): esse sono determinate sicuramente dalle politiche di promozione – obblighi di installazione di tecnologie rinnovabili o efficienti in edifici nuovi -, ma derivano altresì dalle caratteristiche tecniche dei nuovi edifici (in particolare le prestazioni energetiche).

La Figura 3 illustra i risultati delle stime di REF-E sui nuovi apparecchi installati per soddisfare il 100% del fabbisogno di riscaldamento a confronto con quelli installati “a integrazione”, ossia come complemento (e non in sostituzione piena) ad apparecchi esistenti e/o principali (il dato sulle PDC aria-aria è, in questo caso, già al netto degli apparecchi destinati al solo raffrescamento: in altri termini, il 100% rappresenta la somma degli apparecchi che soddisfano almeno parzialmente il fabbisogno di riscaldamento). Il segmento di riferimento è quello autonomo. La quota di impianti installati a integrazione è piuttosto elevata per tutte le tecnologie considerate. L’analisi dei dati, per area geografica e fascia climatica, ha consentito di osservare come la quota di PDC aria-aria e di stufe (termocamini) a biomassa installate a integrazione di un impianto principale si avvicini, nelle aree più fredde, al 100%. Al contrario, ove il clima è più mite, è maggiore l’incidenza dei casi di piena sostituzione dell’apparecchio preesistente da parte di PDC aria-aria e stufe a biomassa.

La Figura 4 riassume, invece, i risultati della distribuzione degli apparecchi installati in base alla presenza della rete gas. La diffusione di GPL e gasolio avviene in larga misura in assenza della rete, diversamente dalle fonti rinnovabili: si dimostra perciò che queste ultime competono nello stesso segmento di mercato della fonte principale.

Pronti i moduli per richiedere la tariffa elettrica D1 per pompe di calore

ella riunione dello scorso 8 maggio, l’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas ha emanato la delibera 205/2014/R/eelCLICCA QUI – con la quale ha definito le modalità attuative per l’avvio, a partire dal 1 luglio prossimo, della sperimentazione tariffaria su scala nazionale rivolta ai clienti domestici che utilizzano pompe di calore elettriche come unico sistema di riscaldamento dell’abitazione di residenza.

La deliberazione attua quanto previsto dall’articolo 8 della delibera 607/2013/R/eel, tenuto anche conto dei suggerimenti inviati da operatori ed esperti di settore, fra cui AiCARR, per la consultazione avviata con il documento 52/2014/R/eel.

La sperimentazione, che verrà avviata su scala nazionale, è volontaria per gli utenti come anche per i venditori del mercato libero; l’obbligo di adesione è previsto solo per i venditori del mercato tutelato.

Con un altro provvedimento l’esatta definizione delle tariffe

Nella delibera l’AEEG rimanda a un successivo provvedimento l’esatta definizione delle tariffe applicabili ai clienti aderenti e del numero e delle modalità dei controlli da effettuarsi presso le abitazioni degli utenti.

Modificata una stortura tariffaria

È importante sottolineare che il provvedimento non introduce una forma di incentivazione, come spesso erroneamente riportato dai media, bensì la modifica di una stortura tariffaria che può contribuire alla diffusione delle pompe di calore per uso domestico, rendendole più convenienti in termini di costi in bolletta.

La tariffa D1, infatti, elimina a livello sperimentale l’andamento progressivo di applicazione dei corrispettivi per i servizi di rete e per gli oneri generali di sistema, che non cresceranno in base all’incremento dei consumi, come invece avviene per le tariffe D2 e D3 che di fatto penalizzano gli utenti caratterizzati da un elevato fabbisogno energetico.

La modulistica

Con la Determinazione 20 maggio 2014 n. 9/2014 “Modulistica e disposizioni procedurali di dettaglio per la sperimentazione tariffaria rivolta ai clienti domestici che utilizzano pompe di calore come unico sistema di riscaldamento della propria abitazione di residenza”, l’Autorità per l’energia ha pubblicato sul proprio sito i seguenti modelli di documenti:

– fac-simile di modulo che gli utenti che utilizzano pompe di calore elettriche come unico sistema di riscaldamento della propria abitazione di residenza potranno inoltrare per l’adesione volontaria alla sperimentazione tariffaria a loro riservata;

– fac-simile di modulo per l’asseverazione redatta da un tecnico abilitato, necessaria nel caso che, oltre alla pompa di calore, sia presente anche un generatore alternativo;

– fac-simile di modulo per la richiesta di rinuncia alla sperimentazione tariffaria da parte dell’utente;

– check list per la verifica preliminare di correttezza e completezza formale delle richieste di adesione presentate dagli utenti, che dovrà essere utilizzata da ogni venditore aderente.

AiCARR ha collaborato con AEEG per la definizione di tali aspetti operativi: tutti i suggerimenti proposti dall’Associazione per la redazione della suddetta modulistica sono stati accolti.

Per ulteriori informazioni clicca qui

Quanto può durare una pompa di calore?

La domanda sulla durata della Pompa di Calore è abbastanza frequente. Molti clienti che non conoscono la storia di queste macchine possono giustamente essere preoccupati.

A tale proposito, per rassicurare anche i più diffidenti, ho trovato un interessante articolo, pubblicato negli Stati Uniti, su un impianto Geotermico ad acqua di falda del 1949.

Di seguito potete leggere questa storia interessante.

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